La signora Amanda e la signora Gabriella, il pomeriggio alle 15.30, cascasse il mondo, si siedono in poltrona e accendono la tv per aggiornarsi sulle ultime indiscrezioni riguardanti il testamento di Gina Lollobrigida.
A: Io dico che questo Piazzolla l’ha ingannata. Sapeva che avvicinandosi a lei e facendole due moine, Gina gli avrebbe lasciato il suo patrimonio!
G: Ma che dici! Lui l’ha fatto in buona fede. Hai visto che ha detto? Che dei soldi che ha ereditato non spenderà neanche un centesimo per sé.
A: E tu ci credi?! Ah Gabriella sei proprio un’ingenua!
Insomma, le signore vanno avanti così per tutto il pomeriggio.
A: Che poi non ho capito bene, come ha fatto la Lollobrigida a lasciare una parte della sua eredità a Piazzolla! Per Legge non dovrebbe andare tutto al figlio e all’ex marito?!? E poi hai sentito, si parlava di quel trast, trist o come diavolo si dice.
G: Il Trust! Non ho capito bene nemmeno io. Ma lei era divorziata, no?!? So che ha fatto testamento, di sicuro ne vedremo delle belle con l’ex marito, figurati se accetterà la cosa….
Eh già, c’è sempre da imparare, anche dal gossip. Molti, infatti, grazie a questa vicenda hanno sentito parlare per la prima volta di trust. Vediamo nel dettaglio cos’è questo strumento giuridico per la protezione del patrimonio e cosa è accaduto con il caso Lollobrigida.
Facciamo chiarezza sul caso dell’eredità di Gina Lollobrigida
Come riportato dalle principali testate giornalistiche, risulta che l’attrice attraverso la stesura di un testamento ha disposto, al momento della sua dipartita, le modalità di divisione della sua eredità. Nello specifico ha previsto che gli eredi universali del suo patrimonio sono il suo unico figlio per una quota del 50% e il suo collaboratore Pezzolla per il restante 50%.
Così facendo risulterebbe escluso il suo ex marito con il quale la Lollobrigida aveva divorziato diversi anni prima. Ciò che si sono chiesti in molti è se tutto questo sia possibile, ovvero se è possibile escludere un erede come l’ex marito a vantaggio di una persona completamente estranea che, da un punto di vista successorio, non risulterebbe legittimato a ereditare alcunché.
Ebbene, si può fare dato che la Lollobrigida, al momento della morte, risultava divorziata (non separata, in questo caso sarebbe stato diverso) e madre di un solo figlio, perciò l’ex marito non poteva e non potrà godere di alcun diritto successorio.
E se non avesse disposto testamento? Beh, in questo caso il suo intero patrimonio sarebbe andato totalmente al suo unico figlio.
Avrebbe potuto escludere il figlio? No, il figlio in qualità di erede “legittimario” non sarebbe potuto essere escluso dalla madre, anzi proprio in virtù del suo status la legge gli riconosce il ruolo di erede “necessario” al quale, data la composizione famigliare, è riservata una quota minima – si fa per dire minima – pari al 50% del patrimonio della madre.
Una volta soddisfatto l’erede legittimario, la restante parte è disponibile, cioè nei pieni poteri del testatore che può disporne e destinarla a chi desidera, anche al di fuori dell’asse ereditario, proprio come ha fatto la Lollobrigida.
Il testamento, come abbiamo potuto vedere, può essere un utile strumento di pianificazione successoria che dà il diritto di disporre liberamente del proprio patrimonio, o di una parte di esso, a beneficio di chi si desidera nel rispetto delle quote minime spettanti agli eredi legittimari, se presenti.
Ovviamente bisogna conoscere l’interezza del patrimonio e la composizione famigliare per poter pianificare al meglio, nel rispetto delle regole, la divisione del patrimonio in base alle proprie volontà.
Altro elemento forse poco conosciuto che ha caratterizzato la vicenda Lollobrigida è la presenza del Trust.
Cos’è e a cosa serve il Trust
Nel caso di Gina Lollobrigida, l’attrice ha istituito un trust benefico dal 2018, quindi quando era ancora in vita, per promuovere la sua immagine e le sue opere d’arte. In questo caso, quindi, il trust ha lo scopo di segregare il patrimonio artistico dell’artista che non può essere venduto o manipolato per nessun’altra ragione se non quella specificata dalla diretta interessata. Si tratta di uno strumento utile a segregare e preservare il patrimonio di chi decide di istituirlo, che sarà successivamente gestito da un soggetto nominato, solitamente di fiducia, il quale avrà l’obbligo di seguire le indicazioni scritte dal disponente nella gestione dello stesso.
Cosa ci insegna la vicenda Lollobrigida?
Anche se non facciamo parte di quella ristretta cerchia di personaggi dello spettacolo dei quali si parla e sparla nelle varie trasmissioni, sulle riviste di gossip e nelle case delle signore Amanda e Gabriella, sicuramente dovremmo conoscere per tempo le caratteristiche della nostra famiglia e del nostro patrimonio per gestire al meglio i nostri interessi. Essere affiancati da un professionista specializzato nella corretta gestione del patrimonio è fondamentale per attuarne la massima tutela in vita e per tutelare chi ci sarà dopo, in previsione del passaggio generazionale.
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Fonte foto: Leggo