PizzAut per l’integrazione di ragazzi con autismo, ma al Dopo di Noi chi ci pensa?

Qualche tempo fa è rimbalzata su tutti i telegiornali la notizia della seconda apertura a Monza di PizzAut da parte di Nico Acampora, fondatore della Onlus PizzAut e padre di un ragazzo autistico. Per i pochi che ancora non lo conoscessero, PizzAut è “un locale gestito interamente da ragazzi autistici, un ambiente curato e inclusivo dove nutrire anche l’anima. Un locale dove trovare prodotti di qualità e a filiera corta, dove la fretta non è ammessa ma, soprattutto, dove poter mangiare bene per poter fare del bene” come si legge sul loro sito.

È chiaro che PizzAut sia molto più di un progetto imprenditoriale. È un tassello tangibile per iniziare subito a dare un futuro solido alle persone più fragili, in questo caso ai ragazzi con lo spettro autistico. Sempre sul loro sito si legge: “PizzAut non è solo formazione e lavoro ma anche autonomia. Grazie alle nostre Palestre di Autonomia Abitativa aiutiamo le ragazze e i ragazzi autistici ad imparare a vivere da soli così che, un domani, non saranno costretti ad un destino in istituto. Il Dopo di Noi inizia adesso.” Per chi già ci segue da un po’, conosce il nostro impegno nella sensibilizzazione sul tema del Dopo di Noi.  

Concentrarsi sul presente è fondamentale per integrare i soggetti con disabilità in un assetto sociale sano e stimolante. Ma ciò che è più importante è costruire delle basi solide per quando il supporto dei loro cari verrà a mancare.

Cosa direi al papà del mio compagno di classe Luca sul Dopo di Noi

Ricordo quando andavo alle medie, avevo un compagno di classe autistico di nome Luca. Proveniva da una famiglia umile e i suoi genitori erano molto premurosi e attenti nello stimolarlo e non lasciarlo mai solo. Adesso purtroppo è rimasto solamente il padre Paolo a prendersi cura di lui perché la madre è morta dopo una grave malattia.

Se adesso potessi incontrarlo chiederei a Paolo come sta e lo rassicurerei perché finalmente, adesso, anche in Italia ci sono degli strumenti ad hoc per salvaguardare il futuro di suo figlio.

Spero che lui già conosca tutte le possibilità che ha a disposizione per tutelare Luca, anche se purtroppo, secondo la mia esperienza personale, le persone non hanno ancora ben chiari i mezzi che sono a loro disposizione grazie alla legge del Dopo di Noi. Sto parlando in primis del trust.

Vediamo cos’è con un esempio concreto.

Trust, cos’è e a cosa serve

Il trust è uno strumento giuridico di tutela e protezione del patrimonio con il quale un soggetto (il disponente o Settlor) predispone, in un testamento o in un atto tra vivi, i propri beni per il raggiungimento di uno scopo meritevole di tutela specifico, trasferendone la gestione a un altro soggetto (persona di fiducia) chiamato trustee a favore di un terzo soggetto il beneficiario.

In parole povere, il trust serve a segregare il patrimonio in modo tale che i beni conferiti attraverso questo strumento vadano a formare un patrimonio separato da quello personale del disponente, del trustee e del beneficiario. In questo modo i beni vincolati non possono essere aggrediti dai creditori del disponente o del gestore e neppure da quelli del beneficiario. Uno schema chiarirà ancora meglio quali sono i protagonisti e i vantaggi in questo strumento di derivazione anglosassone.

Ma il Trust può essere un’ottima garanzia in diverse situazioni, vediamone una.

Il trust per tutelare il futuro di una persona disabile

Consideriamo uno dei casi per cui viene utilizzato questo strumento giuridico: una persona disabile che si trova a dover gestire i suoi beni una volta venuti a mancare i suoi cari.

Francesca è una ragazza con un grave deficit cognitivo. Sua madre è morta 5 anni fa e Raffaele, il suo anziano papà, si trova a dover gestire Francesca da solo. Ha 76 anni ed è seriamente preoccupato di quando un domani non ci sarà più e la figlia dovrà badare da sola a se stessa e ai beni che erediterà. Infatti, Raffaele nei suoi anni di vita ha lavorato duramente e si è trovato ad accumulare un patrimonio finanziario di una certa importanza. Un bel salvadanaio per la figlia che però, purtroppo, non è in grado di gestire in maniera indipendente.

Naturalmente Raffaele si è informato e ha trovato nel trust una soluzione alle sue preoccupazioni. In questo caso il padre, che è il disponente, conferirà i beni nel trust che saranno gestiti da un trustee, cioè un incaricato di fiducia che si occuperà di amministrare il patrimonio a favore della cura e dell’assistenza di Francesca.

Trust, uno strumento utilissimo da saper gestire

Come puoi vedere il trust è uno strumento tanto utile quanto complesso che si può rivelare un’ottima soluzione in casi problematici. Proprio per la sua complessità, necessita di figure che sappiano indirizzare verso scelte consapevoli e adatte a ogni particolare esigenza.

La cosa più interessante è che il trust è uno strumento giuridico personalizzabile sulle disponibilità e le esigenze della persona interessata, questo vuol dire che è adatto sia per le persone che hanno un’ingente disponibilità e sia per chi non ha molto ma vuole garantire una sicurezza al proprio caro con quello che possiede. Durante la scrittura dell’atto di trust, i genitori stabiliscono le regole che vogliono vengano seguite per la cura e l’assistenza del proprio figlio disabile. Un domani, le volontà trascritte nell’atto verranno eseguite dal trustee, cioè un incaricato di fiducia che gestirà i beni nell’interesse del beneficiario.

Noi di Gradone Assicurazioni ti assistiamo nella progettazione del futuro del tuo caro

Ben vengano iniziative come quella di PizzAut che puntano all’inclusione sociale delle persone disabili, ma non dimentichiamoci che è nel presente che si costruisce il proprio futuro e, in questo caso, lo si fa solo con una solida programmazione patrimoniale. Se desideri maggiori delucidazioni sulle opportunità che mette a disposizione il Dopo di Noi, non esitare a contattarci o vieni a trovarci nelle nostre sedi di Gaeta e Formia.

Fonte foto: Monza Today